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Channel: dov'è l'architettura italiana?
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periferie alla prova di maturità

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Quando i commissari d’esame hanno aperto le buste con i temi d’italiano mi sono reso conto che il rammendo delle periferie è entrato nella coscienza collettiva. Che dire? Sono l’architetto e senatore più felicedel mondo. Quello che intendo come ruolo di senatore a vita è proprio questo: risvegliarele coscienze, soprattutto quelle dei giovani che in questi giorni affrontano la prova di maturità. (Renzo Piano - Il rammendo delle periferie nella coscienza collettiva)
 
Sarei davvero curioso di leggere cosa hanno scritto i nostri maturandi che hanno scelto di svolgere la traccia sul "rammendo delle periferie", visto che si tratta di un tema che generalmente porta con se fiumi di retorica e che troppo spesso è relegato a discussioni isolate delle varie categorie - urbanisti, politici, sociologi, economisti, artisti ecc... - ciascuno con la sua visione ristretta e con la stessa incapacità di cogliere i fenomeni nel loro complesso. 
Già solo riuscire a comprendere e definire il senso della parola periferia nell'ambito della città contemporanea è un tema complicato, con cui gli urbanisti combattono già da molti anni e che sembra abbiano risolto per esclusione...    

Palermo, Genova, Bologna e Napoli da listonemg



Oltre ad essere positivo il fatto che gli utenti si esprimano sul presente e sul futuro dei loro luoghi di vita, sarebbe fondamentale che queste riflessioni fossero raccolte e rielaborate da chi si dovrebbe occupare della loro realizzazione e riqualificazione.  
Mi sembra quindi un ottimo passo avanti il fatto che il tema della città e della sua riqualificazione nel senso più ampio, sia entrato prima in senato, come ho già raccontato in Piano con le periferie
e poi anche nelle scuole, dove in qualche modo si decide il futuro del nostro Paese.

Quelle che seguono sono le frasi chiave per lo svolgimento del tema, riprese da un articolo scritto da Piano a gennaio scorso sul Sole 24 ore, intitolato appunto Il rammendo delle periferie.
Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l'energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C'è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee. 
Le periferie sono la città del futuro, non fotogeniche d'accordo, anzi spesso un deserto o un dormitorio, ma ricche di umanità e quindi il destino delle città sono le periferie.  
Spesso alla parola «periferia» si associa il termine degrado. Mi chiedo: questo vogliamo lasciare in eredità? Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città?
Brindisi e Scampia da cinema e architettura
Catania e Palermo da cinema e architettura

Le periferie all’esame di maturità - Comunicato stampa del senatore a vita Renzo Piano

Sono contento che il Ministero abbia inserito tra le tracce dei temi di maturità “il rammendo delle periferie”. Proprio questo è il ruolo che, per come intendo io l’incarico, deve svolgere un senatore a vita che ha sempre fatto l’architetto: inseminare dei temi nelle coscienze in modo da smuoverle, mettere in moto un volano di ideeche poi prosegua autonomamente.In Senato ci vogliono persone che, siano senatori a vita o meno, rappresentino la forza civica del Paese. Come può l’Italia guardare lontano senza la cultura, che è la nostra vera forza?
La sfida di rendere più belle e urbane le nostre periferie è entrata nelle coscienze di molti italiani, non soltanto perché l’80 per cento della popolazione che vive in città sta in periferia. Le periferie sono la città del futuro, non fotogeniche d’accordo e di una bellezza spesso nascosta, ma ricche di umanità ed energia e quindi il domani delle città sono le periferie. Ma c’è da fare una gigantesca opera di rammendo per renderle pezzi di città felice che tocca a noi, ma soprattutto ai giovani, quegli stessi ragazzi che oggi sostengono l’esame di maturità.
Per questo sono grato al Ministero dell’Istruzione. Sono loro il nostro domani e quello delle nostre città oggi così fragili. Il nostro è un Paese di talenti straordinari, i giovani sono bravi e, se non lo sono, lo diventano per forza: siamo tutti nani sulle spalle di un gigante. Il giganteè la nostra cultura umanistica, la nostra capacità italiana di inventare, di affrontare i problemi in maniera laterale, di cogliere i chiaroscuri. Dico inoltre ai giovani a non rassegnarsi alla mediocrità, a viaggiare per imparare le lingue e per capire gli altri e comprendere che la diversità è un valore, non certo un problema. Inoltre viaggiare, ma sia chiaro per poi tornare, serve ai giovani per rendersi conto della fortuna che hanno avuto a nascere in un Paese come l’Italia: perché se non si va all’estero si rischia di assuefarsi alla nostra grande bellezza e a viverla con indifferenza.

 

 

 

 

 

 









economia della cultura

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La cultura permette di mangiare, nel senso di creare economia?
Alla domanda tormentone degli ultimi tempi forse c'è una risposta, anzi più di una. 
Il Giornale dell'Arte infatti in occasione del Master in World Heritage and Cultural Projects for Development dell’Università e del Politecnico di Torino, che si è svolto il 29-30 maggio scorsi, ha intervistato cinque economisti e un banchiere con esperienze internazionali nel campo della cultura per sapere quali sono i loro consigli per il nostro Paese.
Le risposte degli esperti sono estremamente interessanti, perchè tracciano diversi scenari utili a capire come investire al meglio il denaro pubblico per lo sviluppo economico del patrimonio culturale, dimostrando che è possibile creare sviluppo in diversi modi attraverso i beni culturali.
L'architettura viene citata più volte dagli esperti come uno dei motori trainanti dell'industria cretiva ed è evidente che tutte le economie avanzate puntano molto su questa disciplina, sia per alimentare il dibattito culturale che per migliorare gli spazi di vita e l'immagine delle città.
il giornale dell'arte



David Throsby, australiano, dal 1974 professore di Economia a Sydney, è l'autore diEconomia e cultura, il libro più diffuso sul tema della relazione tra economia e cultura.
Secondo la sua interessante visione il sistema culturale ha una struttura a cerchi concentrici con al centro le arti visive, performative e letterarie, che guidano l’innovazione
prima verso i musei, il cinema, la fotografia, le biblioteche e gli archivi, poi verso l’editoria, la televisione, i media e infine verso la pubblicità, la moda, il design e l’architettura, attraverso un processo di diffusione non a senso unico, che si propaga in tutte le direzioni. Si crea in questo modo un mondo del lavoro variegato in cui molti si formano in una disciplina del cerchio centrale per lavorare anche in settori completamente differenti. 
[…] penso che l’agenda sulle industrie culturali e l’economia della cultura debbano avere un ruolo fondamentale nelle riunioni di Governo. […]la politica culturale riguarda più Ministeri, coinvolge istruzione, commercio, sviluppo industriale […]Il ministro della Cultura dovrebbe coordinare le attività culturali dei diversi Ministeri».

Why the arts are a central force in the economy



Allen J.Scott, inglese, cittadino americano e canadese, è stato professoredi Politiche pubbliche e Geografia economica a Los Angeles e ha studiato con attenzione il rapporto città-creatività nell'epoca postmoderna. Nei suoi scritti sostiene che le industrie creative come cinema, musica, videogiochi, moda, design, architettura sono il fulcro dello sviluppo economico.

La grande ricchezza di tradizioni, arte, architettura e altri beni culturali italiana ha determinato la forte tentazione di concentrarsi solo sulla conservazione. Penso che ora occorra guardare alla nuova economia culturale italiana, con le nuove industrie culturali e creative che si stanno sviluppando sempre di più: gioielli, moda, architettura, editoria, enogastronomia.


Andy Pratt,  cinquantenne inglese, da settembre 2013 è professore di Economia della Cultura alla City University di Londra, città dove ha sempre insegnato questa stessa materia in altre istituzioni. Nella cultura, profit e non profit vanno insieme. L’economia creativa nell’Europa continentale può essere capita solo studiando la tensione tra questi due mondi e non, come spesso accade, sbagliando, affrontando i due temi separatamente.

L’area emergente, quella che dovrebbe essere all’inizio dell’agenda, riguarda il futuro, dove le nuove professioni e le nuove aree di attività produttiva stanno nascendo. Alcuni accademici proprio in Italia stanno portando avanti un lavoro innovativo nel guardare alla relazione tra le nuove tecnologie e la conservazione delle collezioni museali. Questa è proiezione verso il futuro: nuove tecnologie e dialogo vivo con il passato.


Xavier Greffesessantenne francese, è professore di Economia a Parigi, dove dirige anche il Master in Economia e gestione della cultura. Nei suoi libri troviamo uno sguardo generale sul cambiamento dell’artista da bohémien a imprenditore e la domanda se il patrimonio culturale sia un fattore di sviluppoo un peso per la società. La sua visione: la cultura è anche un «bene intermedio»; l’introduzione delle arti nei programmi scolastici fa aumentare del 50% le probabilità di successo negli studi. In realtà la cultura è un investimento a lungo termine ed è più importante del finanziare un festival, perché migliora la qualità dei prodotti, dei servizi sociali alla persona, l’integrazione e così via. Per molti questo ruolo della cultura come atto di «consumo intermedio» invece che «finale» è sminuente. Gli artistispesso si sentono strumentalizzati se coinvolti in qualcosa che non è creatività artistica pura.
Il Governo francese da molti è considerato un benchmark perché spende molto in cultura e, in proporzione al Pil, investe 5 volte l’Italia. […] le amministrazioni locali spendono quasi quanto il Governo centrale. Credo che le industrie creative italiane, come l’architettura, dovrebbero oggi essere supportate molto di più. […]è molto più difficile riuscire a finanziare ogni cosa, andrebbero riviste le politiche in una logica di investimento e di riduzione della burocrazia.
In Italia i manager del settore culturale sono, per esempio, molto più anziani che in Francia, Paese in cui chi si prende la responsabilità di un’istituzione culturale deve presentare un progetto che viene discusso e che, se approvato, deve essere implementato.

Lluis Bonet,  cinquantennespagnolo,dal 1988 professore di Economia applicata e di Economia della cultura all’Università di Barcellona , dove dirige i Master e il Dottorato in Gestione culturale.

La cultura motore per la crescita economica locale. Spagna, Paese fortemente decentralizzato in cui alcune città investono molto in cultura, mentre altre non investono affatto. Ai grandi successi, come Bilbao e Barcellona, si contrappongono altri esempi ad alto rischio di insuccesso o del tutto negativi. Nell’insieme il caso spagnolo ha però dimostrato che in 30 anni è possibile passare da un settore culturale molto sottosviluppato a delinearne uno abbastanza avanzato.


Penso che in Italia si dovrebbe sviluppare una visione strategica che parta da un preciso studio diagnostico della situazione attuale e poggi su un’idea chiara del ruolo che la cultura può ricoprire per il futuro del Paese nei prossimi 10 anni. Bisogna definire che cosa si può salvaree che cosa no, oltre a come investire negli aspetti strategici. Se il Ministero semplicemente tagliasse la stessa percentuale ovunque sarebbe un errore colossale.


Anthony Bigio è unsessantenne italo-americano, oggi professore di Pianificazione urbana sostenibile alla George Washington University e fino a pochi mesi fa specialista e coordinatore delle attività della Banca mondiale nel campo dei beni culturali e del turismo sostenibile.

I centri storici nei Paesi in via di sviluppo sono ambienti urbani molto degradati, al contario dell’Europa dove il centro ha alti valori immobiliari e abitanti facoltosi. La Banca mondiale lavora con progetti di housing, accessibilità, accesso idrico e sanitario, ridisegno di spazi pubblici in una logica di turismo sostenibile, prima di tutto a favore dei residenti, ma che servono anche ad accogliere i turisti, capaci di creare opportunità imprenditoriali su piccola scala, riabilitando edifici e trasformandoli in hotel caratteristici o bed & breakfast o in sede per attività artigianali. Anche l’artigianato, come attività culturale che tipicamente insiste su queste stesse aree storiche e centrali, incrementa infatti l’attrattiva del luogo e genera opportunità.

L’Italia ha un’immagine molto forte, a livello internazionale, nel campo della cultura e della gestione della cultura ed è diffusa l’idea che ci siano alte competenze, a livello accademico e professionale, per gestire le città storiche e conservare l’incredibile patrimonio di risorse culturali accumulato nei secoli. Penso che il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo dovrebbe cercare di rendere il più efficiente possibile questa opportunità. 
L’esportazione dei servizi nella gestione dei beni culturaliè un’opportunità importantissima.
 


 






 

 





Phyllis Lambert and the italian architects

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One of the thingsthat has alwaysgreatlyimpressed me of Italy isthe contrast between themany wonderfulhistorical towns,for examplein the neighbourhood ofVicenza, where I was recently,orin the areaof Lecce and in all the region of Puglia,andthe really bad quality of many residential areasaroundthem.It makes you wonderwherethe architectswho have designed them havestudied, orperhapsmany of themwere not evenarchitects.There is something verywrong with thisstate of affairs.

Phyllis Lambert (© JBC Média par Claude Gagnon)

These considerations of PhyllisLamberton contemporaryItalian architecture, expressedin an interview withMichelaRossofor “il Giornale dell'architetturahave sparkedthe rageof Italian architects, to the point thatthe samenewspaper published aratherangryresponsefrom a reader/architect? toLambert. 
Livio Sacchi, president of the Architects of Rome, talking about american New Urbanism during the days dedicated to Colin Rowe, was keen to stress how many members have solicited his official response to the criticism, but I do not think he intends to answer, partly because in my opinion he quite agrees...

The fact that to the beauty of the Italian historical centers, among them objectively is very difficult to find one of mediocre value even among the smaller ones, are opposed large residential areas of poor urban and architectural quality, seems to me a so obvious consideration not even to require a particular comment.
Then I’d addthe factthat, justas an architect,I feel even moreresponsible for thedisasters produced, often due tomodelsembraced withexcessiveenthusiasmand littlecritical ability, although it is quiteclear thatthe blame for thebad qualityof the portions ofthe citybuiltin modern andcontemporary is not just"our" fault, as I have alreadyhad occasion towrite in the architects faults.

Such considerationshave already been expressedin recentyears by various critics/architects, includingamemoryPaolo Portoghesie Mario Botta,to mention only themost distinguished andit seems verystrange to me thatwe architectsItalians are notable to seethese thingsby ourselves.

What I find mostobjectionableof the reply is that, faced to notesoftown planningand architecture, sort of culturaland aesthetic, it respondswithpolitical considerations,which, althoughvalid, areirrelevantto the problemraised.  In the letterthere’s  also a list of severalimportantItalianarchitectsof the past(the onelauded byLambert) and the present,includingthe swissBotta, whois among the mostcriticalof thecontemporary city,without graspingin my opinionthe most important senseof the message, that isthe beauty of thecity as an organism, as a whole.
 
Phyllis Lambert with Rem Koohlaas (© CCA)

Theinterview withLambertisdue to the factthat it isone of the personalityof the momentthanks to theGolden Lionfor Lifetime Achievement assigned her at the Venice Biennale:
"Not as an architect, but as a clientand custodian, Phyllis Lambert has made a hugecontribution to architecture.
Without her participation, one of the few realizations in the 20th century of perfection on earth –the Seagram Building in New York– would not have happened.
Her creation of the Canadian Centre for Architecture in Montreal combines rare vision with rare generosity to preserve crucial episodes of architecture’s heritage and to study them under ideal conditions.
Architects make architecture; Phyllis Lambert made architects..."


Phyllis Lambert with Mies van der Rohe
In addition to beingakey player, as the daughterof the client, and therealclientoperational of the building,in the storyof the constructionof the SeagramBuilding in NewYork,from the choiceof the architect, a certainMiesvan derRohe, until hisconservation, he also founded theCanadian Centre for Architecturein Montreal,one of the fewinstitutions in the worlddedicatedto the disseminationof architectural cultureand the preservationof architecture.Not too badcv. Isn’t it?

 



Premi INARCH ANCE V edizione

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La Giuria dei Premi Inarch Ance, giunta alla quinta edizione, con presidente Giuseppe Roma e composta da Paolo Buzzetti,  Filippo Delle Piane, Boris Podrecca, Giuseppe Barbieri, Piero Ostilio Rossi e Paolo Iotti, riunitasi a Roma il 1 Luglio 2014, ha votato come migliore opera di architettura di nuova costruzione per il triennio 2011-2014 il Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze,commissionato dal  Comune di Firenze e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, progettato dallo studio romano ABDR e realizzato dall’impresa SAC SpA.
“Un’opera pubblica di qualità, uno spazio per la cultura realizzato con altissimi standard tecnologici e, soprattutto, un significativo intervento di riqualificazione urbana”. 

 

Nell'edizione precedente del 2011 il premio era andato al Museo Nazionale dell'automobile di Torino realizzato su progetto di Cino Zucchi.




Organizzati per la prima volta nel 1962 e giunti alla V edizione nella formula congiunta tra IN/ARCH e ANCE, anche quest’anno i Premi Nazionali di Architettura hanno rappresentato una importante occasione per compiere un monitoraggio sulla produzione di opere di architettura nel nostro paese, ancora troppo poche e troppo isolate a fronte di una massa di interventi di trasformazione del territorio poco attenti alla qualità, ai contesti, ai paesaggi, alle reali esigenze dei cittadini. Le oltre 150 opere segnalate alla giuria dagli esperti ne sono una testimonianza.
Per la loro natura e la loro struttura i premi IN/ARCH-ANCE affermano con chiarezza che la qualità di un’architettura non è circoscritta a questioni estetico-linguistiche ma è l’esito di un processocomplesso che coinvolge tutti i passaggi della filiera produttiva: domanda, esigenze, programma, norme, risorse, progetto, realizzazione, controllo, gestione, manutenzione.
Di qui la scelta di premiare l’opera e i tre principali protagonisti che sono alla base della sua realizzazione: committente, progettista, costruttore.



Premio alla Carriera all’architetto Guido Canali, uno dei principali protagonisti della cultura architettonica italiana degli ultimi cinquant’anni.



Il Premio nazionale “architetti italiani nel mondo” per un intervento progettato da un progettista italiano e realizzato in un paese estero, una delle novità di questa edizione,se lo è aggiudicato l’intervento di costruzione del Patronage Laique e Residenze Sociali a Parigi, commissionato dall’agenzia pubblica della città di Parigi Régie Immobilière de la Ville de Paris, progettato dagli studi MAB Arquitectura e Laps Architecture e realizzato dall’impresa SRC – Groupe Vinci Construction France.


Il Premio nazionale per un intervento realizzato in Italia da un’impresa italiana e progettato da un progettista straniero è stato conferito alla nuova Biblioteca Hertziana di Roma voluta dall’ente pubblico tedesco di ricerca scientifica Max Planck Gesellschaft, progettata dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg e realizzata dalla cooperativa CCC.




Premio speciale della Giuria all’impresa Colombo Costruzioni per la realizzazione delle opere di riqualificazione dell'area Porta Nuova a Milano, uno dei più importanti e complessi interventi di  riqualificazione urbana in atto nel nostro paese.


Per il settore giovani la giuria ha assegnato tre premi:

al Complesso residenziale a Polignano a Mare, in provincia di Bari– unica opera “meridionale” premiata - progettato dall’architetto Monica Alejandra Mellace, commissionato e realizzato dall’impresa Serim srl.
 

alla Nuova scuola primaria “La Corte degli Alberi” a Cenate Sotto, in provincia di Bergamo, finanziato dal Comune di Cenate Sotto progettata dall’architetto Thomas Ghisellini e realizzata dall’impresa Poledil Srl.
Nuova Sede della banca Credito Cooperativo a Caraglio, in provincia di Cuneo, progettata dallo

studio Kuadra e realizzata dall’impresa Artusio Costruzioni.

Il Premio nazionale “Bruno Zevi” per la diffusione della cultura architettonica è andato al settimanale l’Espresso per il suo impegno,che vanta una tradizione storica, nel promuovere la diffusione, presso un pubblico vasto, della produzione di architettura contemporanea di qualità.
 

BSI Swiss Architectural Award 2014

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La Giuria- presieduta dall'architetto Mario Botta e composta tra gli altri da Alberto Campo Baeza e Bruno Reichlin - ha attribuito all’unanimità il premio BSI Swiss Architectural Award 2014 a José Maria Sanchez Garcia, per la sistemazione dell’area del Tempio di Diana a Merida (2005-2008), il centro per l’innovazione sportiva “el Anillo” a Guijo de Granadilla (Cáceres, 2008-2009), il centro per il canotaggio ad Alange (Badajoz, 2008-2010).

José Maria Sánchez García: progetti presentati
Il Premio intende riconoscere gli architetti che hanno offerto un contributo rilevante alla cultura architettonica contemporanea, dimostrando particolare sensibilità nei riguardi dell’equilibrio ambientale e contribuendo in tal modo a migliorare la qualità di vita dell’uomo.

L'architetto spagnolo, classe 1975, si è quindi aggiudicato, tra 27 concorrrenti, i 100.000 franchi in palio per il vincitore della quarta edizione del premio biennale per architetti sotto i 50 anni, e li riceverà durante la cerimonia che si terrà all'Accademia di Architettura di Mendrisio a settembre.
Swiss Architectural Award,  è un premio internazionale di architettura bandito dalla BSI Architectural Foundation di Lugano in Svizzera e posto sotto il patrocinio dell’Accademia di architettura di Mendrisio. 

Secondo il presidente della giuria, l’architetto Mario Botta, le opere presentate da José Maria Sanchez Garcia “testimoniano la maturità di un architetto, nemmeno quarantenne, capace di confrontarsi con eguale rigore e precisione con programmi e contesti diversi, dalla riqualificazione del patrimonio archeologico nel tessuto urbano all’insediamento di strutture sportive in un paesaggio suggestivo. I suoi interventi si traducono in un gesto misurato e potente al tempo stesso, scevro da compiacimenti formali, che ordina e configura un luogo, evidenziandone le qualità specifiche. La riduzione formale operata dall’architetto è accompagnata da una grande sensibilità nell’interpretazione del sito, con cui instaura un dialogo fecondo.

ROMAN TEMPLE OF DIANA IN MERIDA
“THE RING” - CENTER FOR SPORTS INNOVATION IN CACERES

ROWING PAVILION

Tra gli italiani solo MAP Studio– Magnani Pelzel Architetti Associati figurava tra i candidati al premio BSI dell'edizione 2014, con tre opere: una Casa accoglienza per ragazzi disabili a Vicenza, il Recupero della Torre di Porta Nuova a Venezia e la Trasformazione di un casale agricolo in agriturismo a Ferrara.

MAP Studio e le opere presentate al BSI 2014







 

 





RI.U.SO delle città

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RI.U.SO.03 - bando per la selezione di progetti e realizzazioni per la Rigenerazione Urbana Sostenibile.

RI.U.SO. 03
Il Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori identifica nelle politiche di rigenerazione urbana sostenibile un’irripetibile ed improrogabile occasione per stimolare concretamente la riqualificazione, architettonica, ambientale, energetica e sociale delle città italiane. 
La consapevolezza che il territorio non costituisca una risorsa infinita e che le città debbano essere capaci di ricostruirsi al proprio interno, anche al fine di garantire un habitat che assicuri la massima qualità di vita ai propri cittadini, ha fatto sì che CNAPPC, ANCE - Associazione Nazionale Costruttori Edili e LEGAMBIENTE promuovessero, coinvolgendo i principali attori della filiera edilizia ed ambientale, il programma RI.U.SO.

In tale ottica il CNAPPC promuove, insieme a SAIE, Salone Internazionale dell'Innovazione Edilizia, una selezione dei migliori progetti e delle realizzazioni più innovative nel campo della Rigenerazione Urbana Sostenibile, in collaborazione con L'Architetto, Point Zero, The Plan, Europaconcorsi, Edilio.
Si partecipa al concorso attraverso progetti o opere realizzate nell’ambito della riqualificazione architettonica e funzionale degli spazi urbani, del recupero di aree industriali dismesse, del riciclo di materiali all’interno dei processi edilizi, della valorizzazione di tecnologie per la sostenibilità e del patrimonio edilizio esistente, della densificazione della città e dello spazio urbano, del contenimento del consumo di suolo.

Il presidente del CNAPPC Leopoldo Freyrie ha lanciato ripetutamente la "sfida" della rigenerazione urbana dal suo profilo twitter, giustamente convinto che sia l'unica strada da percorrere oggi per ridare ossigeno all'edilizia e agli architetti da una parte e alle città e ai cittadini dall'altra.


Il sodalizio tra architetti del CNAPCC, costruttori dell'ANCE e LEGAMBIENTE è nato nel 2012 con l'iniziativa RI.U.SO, raccolta dal governo Monti con il Piano Cittàe il concorso è già alla terza edizione, dopo Ri. U.SO. 01 del 2012 e Ri. U.SO. 02 del 2013.

Tra i vari progetti selezionati al concorso Ri.u.so.1:
Centro Culturale "Elsa Morante" a Roma - Luciano Cupelloni Architettura

Intervento di recupero all'Arsenale di Venezia - Holguin, Morales, Solis
 
Casa Floam a Revò (TN) - Paolo De Benedictis 

Ecco invece i vincitori di Ri.u.so.2 (foto sotto):
Accessible Ribadeo - Abalo Alonso Arquitectos

La casa tra gli alberi - Studioata

New York Babylon - Hernandez Falagan David



Centrality Bufalotta

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Centralità Bufalotta (versione in italiano)


Bufalotta is one of the metropolitan centrality of the “new” PRG (General Plan) of Rome, the one approved in 2008, after a long and arduous journey that began in 1995.
The Centrality of metropolitan and urban areas are aimed at the new multi-polar organization of the metropolitan area, through a strong characterization functional and morpho-typological, a concentration of urban and metropolitan-level functions, as well as a close connection to communication networks and to local context (from the technical norms of the General Plan).
The tower designed by Valle Architetti
This is an attempt to create, through new poles, a city less tied to its center, economic, political and cultural, then more diversifiedand better distributed in the territory.

The story of Bufalotta, now better known as Porta di Roma (Door of Rome), is quite special because the construction has started before the approval of the new general plan, especially in the commercial part with the Ikea to take the lead, but the public transport network, as well as the functions different from trade and residence, which should characterize the centrality, are late and slow to arrive.

General viewof the new settlement

The urban plan is there, it seems to be respected and comes from the PRG (the general plan of the city); it is an operation falling within the legality, “daughter” of urban planning and it also includes an urban green park rather large, called Parco delle Sabine of 150 hectares, which represents a good compromise for the livability of the neighborhood.
Almost all the residences have a very large view overlooking the park that surrounds them.
Besides the fact that there is an urban project signed by a major firm, Valle Architetti Associati of Udine, we must add that the quality of architectural complex, especially in the shopping center (Valle), the tower (Valle) and in some residences (Studio Transit, Berarducci Architecture, Studio Figus), is definitely higher than the average level product in the city.


Housing designed by Studio Transit
Housing designed by Berarducci Architecture





Housing designed by Studio Figus
The large shopping center, as well as presenting a profile handled extremely successful with the color earth base to serve as support for higher volumes lined with lightweight and contemporary materials, has a pleasant site development and is characterized by an interesting architectural language. It provides as well beautiful light sockets from above. 
The road systemis very "generous", all the sidewalksare pavedand there are manybike paths(almostthe same amountpresentin thenortheast quadrantof the city)

Image from Google Maps

The positive considerations done can’t prevent however to observe how “untouchable” is the city and how difficult is to say:I am in a city, although in a suburban area not very dense.
Where is the city or the idea of the city? What is, if there’s, the idea behind this small town?
How do you reconcile the application of urban standardswith the idea of the city?

Is it possible to build a city without renouncing to all the right achievements of modern urbanism, as the width of the streets, the gaps between the buildings, the light and the air?
 

il disegno delle infrastrutture

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Se vi è capitato di percorrere il tratto autostradale di Firenze negli ultimi anni, vi sarete accorti sicuramente dei vari interventi realizzati e in corso di realizzazione, barriere acustiche, rivestimenti di gallerie esistenti, nuove strutture tipo tunnel, ponti di attraversamento ecc..
Le barriere fonoassorbenti in acciaio corten e listelli di cotto che lo studio Archea ha progettato per Autostrade per l'Italia sono molto belle ed eleganti. Il disegno è minimale senza essere scarno e banale, mentre i colori caldi dei materiali, che richiamano quelli della terra, fanno si che le barriere si integrino benissimo con il paesaggio circostante.
Concepiti come elementi di “mitigazione” ambientale, quelle proposte non sono semplici barriere fonoassorbenti, ma più generosamente, supporti per un sistema di rivestimento in Corten e pregiata terracotta di Impruneta, con il fine di trasformare il consueto passaggio autostradale in un manufatto architettonico in grado di restituire elementi “connotativi”. (Archea)
Anche la versione trasparente, sempre su struttura in acciaio corten è molto piacevole, soprattutto perchè fa spesso da cornice ai bellissimi paesaggi toscani.
Foto da archea.it e detail-online.com


In generale tutti gli interventi recenti in questo tratto autostradale mi sembrano di ottima qualità, dai rivestimenti in acciaio corten delle gallerie alle strutture metalliche a ponte degli attraversamenti e denotano finalmente una giusta attenzione per il disegno delle infrastrutture.
Infatti a parte gli spettacolari viadotti autostradali dei tempi d'oro, le infrastrutture italiane non si sono distinte tanto per la loro bellezza, quanto per la lentezza di realizzazione e per i costi sproporzionati. Le stesse barriere fonoasssorbenti che abbiamo visto realizzare negli ultimi anni lungo le strade di scorrimento di molte città, non si sono mai fatte apprezzare per un design ricercato, ma solo per i colori sgargianti, alternati alle parti trasparenti che purtroppo divengono molto presto opache.

Continuando il viaggio sulla A1 verso nord, si incontra un'altra serie di interventi infrastrutturali di qualità nei pressi di Reggio Emilia, la stazione ferroviaria e tre ponti su progetto dell'architetto spagnolo Santiago Calatrava, tutti interventi legati all'alta velocità ferroviaria e commissionati dal Comune di Reggio Emilia, amministrato al tempo da Graziano Del Rio.
La stazione Reggio Emilia AV Mediopadana è stata progettata dall’architetto Santiago Calatrava nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione della città, che comprende anche i tre ponti inaugurati il 20 ottobre 2007 e la futura copertura del casello autostradale.
La stazione Mediopadana sarà l’unica stazione in linea tra Milano e Bologna, inserita nel sistema AV/AC italiano e, in prospettiva futura, europeo. Risulterà dunque facilmente e rapidamente connessa al capoluogo lombardo (circa 40 minuti), così come a quello emiliano (circa 20 minuti), rappresentando una grande opportunità per lo sviluppo dell’attività economica ed industriale locale, ridisegnano le connessioni tra i principali nodi italiani ed europei. 
Foto da detail-online.com
Si tratta di una struttura di copertura, interamente realizzata in acciaio dipinto di bianco e vetro, della lunghezza complessiva di 483 metri. La larghezza della struttura è variabile, fino ad un massimo di circa 50 metri, stesso discorso per l’altezza che raggiunge una media di 20 metri. Si tratta di una copertura composta da una successione ripetuta di 13 portali a sezione chiusa, geometricamente differenti, per complessivi 457 portali, a delineare l’andamento sinusoidale che caratterizza l’infrastruttura.(Comune di Reggio Emilia - Stazione Reggio Emilia AV Mediopadana)

Foto dei ponti da architetturacatania e Cimolai
Il ponte centrale di scavalcamento dell'autostrada A1 e della linea ad Alta Velocità si pone come uno degli elementi cardine per posizione planimetrica e dimensione. Si trattadi un ponte strallato con una luce netta di oltre 220 metri con pilone centrale ad arco in asse longitudinale alto circa 50 metri... Tutti gli elementi sono in acciaio verniciato di bianco, ad eccezione delle spalle in cemento armato.(Comune di Reggio Emilia KM129 - IL PONTE CENTRALE)

I ponti laterali sono realizzati su svincoli a rotatoria e si collocano immediatamente a sud e a nord del ponte centrale di scavalcamento dell'autostrada. Sono ponti gemelli. Il pilone ad arco, al contrario del ponte centrale, è ortogonale al senso di marcia delle auto ed è alto 70 metri. L'arco, che evoca in queste opere in significato di porta, rappresenta un invito per chi viaggia in direzione sud-nord, sull'asse attrezzato Reggio Emilia - Bagnolo... I ponti sud e nord, lunghi 179 metri e larghi 15 metri, sono realizzati interamente in acciaio dipinto di bianco, a meno delle due spalle in cemento armato... Per chi arriva a Reggio Emilia dall'autostrada il disegno in prospettiva del casello e del ponte sud dà origine ad una composizione molto particolare, grazie ad uno studio accurato dell'impatto scenografico delle opere. (Comune di Reggio Emilia KM129 - I PONTI LATERALI)

Se ci spingiamo in Svizzera, nei pressi di Lugano, possiamo vedere anche un'opera infrastrutturale progettata daCino Zucchi. Si tratta di un intervento temporaneo di Opere di mitigazione ambientale all’ingresso della galleria Vedeggio–Cassarate, realizzato insieme allo Studio d’ingegneria Mauri & Banci nel 2012.

Foto da Zucchi Architetti
Un’idea semplice, quella dell’iterazione di una serie di pali di legno di abete a sezione rettangolare di diversa lunghezza, è resa complessa dalle potenzialità di controllo della forma oggi possibili attraverso i programmi di progettazione parametrica... Un grande “paravento” sinuoso che raggiunge l’altezza di 10 metri e che passa da un andamento concavo a uno convesso, talvolta permeabile allo sguardo e talvolta opaco a seconda dei punti di vista, costruisce una sorta di “scultura ambientale” che identifica l’ingresso in città. Un parterre di ciottoli bianchi nasconde l’incastro dei pali infissi nel terreno, facendone sparire ogni dettaglio strutturale per far posto alla percezione pura del movimento e del gioco di luce al variare delle ore e stagioni. 




RIBA Stirling Prize 2014

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Il prossimo 16 ottobre, in una cerimonia ufficiale aperta al pubblico (pagante), la Giuriadel Premio Stirling 2014 organizzato dal RIBA |The Royal Institute of British Architects|, presieduta dal Partner e Responsabile Design di Foster+PartnersSpencer de Grey, dovrà scegliere il Vincitore tra i sei progetti selezionati. 
Il Premio, intitolato all'architetto inglese James Stirling - uno di quegli architetti la cui influenza ed importanza va ben al di là del lavoro costruito - viene assegnatoogni annodal 1996 agli architetti che hanno realizzato l'edificio che ha dato il contributopiù importante all'evoluzione dell'architettura nell'ultimo anno.

James Stirling su www.architecture.com

Stirling Prize shortlist 2014


Engineer: Buro Happold | Cost: £186,000,000
Design: 2008 -2010 - Realization: 2010 -2013
Foto: Mecanoo - Harry Cock - Christian Richters
 


Engineers: Ove Arup & Partners
Foto: Hufton + Crow
  
Engineer: alan baxter & associates | Cost: £13,300,000
Foto: Philip Vile - Haworth Tompkins

ENGINEER: HORGANLYNCH CONSULTING ENGINEERS | COST: £24,115,600
Foto: Dennis Gilbert

Engineer: WSP Cantor Seinuk
Foto: Sam Robert - Michael Denance
 
Foto: Hufton + Crow
 

l'italia fa 50 con Langhe - Roero e Monferrato

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Con l'iscrizione del paesaggio vitivinicolo di Langhe - Roero e Monferrato avvenuta lo scorso 22 giugno, l'Italia ha raggiunto quota 50 nella lista dei siti mondiali iscritti nel patrimonio Unesco.


Il nostro paese quindi conferma la prima posizione nel mondo, inaugurando anche una nuova categoria nella prestigiosa classifica, quella cioè di una serie di aree, sei per la precisione, legate alla produzione del vino, a formare i paesaggi vitivinicoli del Piemonte:
Le sei aree Unesco e le zone di rispetto intorno


La Langa del Barolo comprende i territori storicamente favorevoli alla coltivazione del vitigno Nebbiolo, da cui si produce il vino rosso a lungo invecchiamento denominato Barolo. Borghi medievali quali Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba si caratterizzano per l’imponente presenza di castelli.

Il Castello di Grinzane Cavour fu dimora di Camillo Benso Conte di Cavour nella prima metà del XIX secolo. Attualmente polo d’eccezione per la conoscenza e la valorizzazione della cultura vitivinicola dell’intero comprensorio di Langhe-Roero e Monferrato. 

Le colline del Barbarescodove troviamo i vigneti prevalentemente coltivati a Nebbiolo, da cui si produce il vino rosso a lungo invecchiamento denominato Barbaresco, tra i grandi vini italiani riconosciuti a livello internazionale e i borghi di Barbaresco e Neive

Nizza Monferrato e il Barberaè l’area selezionata all’interno del territorio della DOCG Barbera d’Asti, e nello specifico all’interno della sottozona ‘Nizza’. Qui si produce l’omonimo vino rosso, il vino piemontese più esportato all’estero.

Canelli e l’Asti Spumante, all’interno del territorio della DOCG Asti, e nello specifico all’interno della sottozona ‘Canelli’, è un’area prevalentemente coltivata a Moscato Bianco. Da questo vitigno si produce il vino spumante aromatico Asti, il vino bianco italiano più esportato all’estero.

Il Monferrato degli Infernotè un’area caratterizzata dalla diffusione di una singolare tipologia di manufatto architettonico scavato nella cosiddetta Pietra da Cantoni e utilizzato per la conservazione domestica delle bottiglie,  che rappresenta una vera e propria opera d’arte legata al “saper fare” popolare.


La curiosità per questi luoghi, molte volte evocati parlando delle Langhe di Pavese e Fenoglio, mi ha spinto a visitarli,  soprattutto dopo che erano entrati nel patrimonio Unesco.
Si tratta di una zona estremamente "centrale" per la storia italiana passata e presente, basti pensare al Regno d'Italia con la famiglia Savoia e ad un protagonista dell'Unità come Cavour ieri e al movimento dello slow food con Eataly e Grom oggi, ma curiosamente quasi sempre ai margini delle cronache e mai sotto i riflettori come Roma, Milano, Napoli, Firenze e Venezia...
Barolo - Cherasco - Grinzane Cavour
La Morra - Monforte d'Alba - Neive

Una terra questa, per molti anni l'orto di Milano e Torino, di contadini che oggi sono divenuti imprenditori internazionali grazie alla produzione del vino e al turismo eno-gastronomico mondiale. Infatti i turisti stranieri - ne abbiamo incontrati addirittura di Taiwan! - apprezzano molto questo tipo di "vacanza", immersa nei territori agricoli senza tempo delle colline italiane. 
Probabilmente gli itinerari eno-gastronomiciattraverso i territori agricoli italiani sono la versione contemporanea del "Viaggio in Italia", quello che nell'Ottocento si chiamava Grand Tour e che tutti gli intellettuali europei e americani, da Goethe a Stendhal, hanno fatto e raccontato attraverso libri e diari ancora oggi molto conosciuti.

Il riconoscimento dell'Unesco, a lungo rincorso attraverso molto lavoro, rappresenta un traguardo, ma anche e soprattutto un punto di partenza per una giusta valorizzazione del territorio.

Da Agorà - La Morra agosto 2014
La Morra, una delle tante bandiere arancioni della zona insieme a Barolo, Cherasco, Grinzane Cavour, Monforte d'Alba e Neive(che è anche tra i borghi più belli d’Italia), offre un panorama spettacolare su tutta l'area delle Langhe e permetta una lettura perfetta della morfologia del territorio.

Panorama da La Morra
Durante la bella (e faticosa) passeggiata da La Morra a Barolo e ritorno in mezzo alle vigne del barolo appunto, ho attraversato il Borgo Cerequio, probabilmente uno degli esempi più interessanti della zona di riqualificazione del territorio in chiave turistica ed eno-gastronomica.

I vigneti e il Borgo Cerequio

Il committente Michele Chiarlo e gli architetti Simona De Paoli, Mariano Mulazzani e Luigi Duretto hanno trasformato un antico borgo, probabilmente settecentesco, in una struttura ricettiva contemporanea chiamata Palas Cerequio, attraverso un intervento di ristrutturazione, manutenzione straordinaria e risanamento conservativo di tre fabbricati rurali per un totale di 800mq di superficie lorda complessiva. 


Immagini del Palas Cerequio ieri e oggi dall'architetto Simona De Paoli
Sono stati creati ambienti dal gusto contemporaneo e "classico", attraverso un attento studio dei materiali, degli spazi esterni e del verde, mantenendo senzaconflitti quel binomio vincente tra antico e moderno che forse è la vera sfida futura per noi italiani, se vogliamo valorizzare i nostri territori senza stravolgerli e distruggerli, ma "riattualizzandoli". L'idea di trattare in maniera più libera e contemporanea gli edifici di minor pregio, riservando la conservazione per quello più importante è stata una guida perfetta per l'intervento. 

Immagini del Palas Cerequio da opera wedding e booking
La vicina Cappella della Madonna delle Grazie, detta Sol Lewitt (gli interni sono di David Tremlett), coraggiosa esplosione di colore nel paesaggio, dimostra la capacità che hanno questi territori di confrontarsi con la contemporaneità.

Cappella Sol Lewitt presso La Morra

Ragusashire

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Quando molti mesi fa ho scritto il fortunato sicilia contemporanea  non sapevo dell'esistenza del fenomeno Ragusashire, termine di chiara origine anglosassone, che la Val di Noto si è meritata grazie al suo paesaggio quasi incontaminato, che sembra fermo a 50 anni fa. 
Non lo sapevo neppure quando tempo dopo ho scritto grasso cannizzo e il riba, dove raccontavo proprio di una piccola casa vacanze realizzata nei pressi di Noto.

E' un postospeciale, muretti a seccochericordano ilYorkshireDales, la vegetazione lussureggiantee i prati di fiori selvaticiin primaverasono comel'Inghilterra50 anni fa... Villaggi e piccole città, quasituttecostruite in pietrainaltostile baroccosononon proprio quello checi si aspettaquando si pensa allaSicilia e all'espansione urbanadi Palermoe Catania. Benedetta daun clima per nulla inglese, con 300giorni di sole all'anno, il Ragusashireha il megliodella Sicilia, chilometri di spiaggeincontaminate, verdeggiante campagnae arte, storia e il migliorecibofresco. Quic'è tutto-sotto il sole. (Ragusashire.co.uk)
Dal sito Ragusashire.co.uk

E' stato The Daily Telegraph, sull’inserto immobiliare Property nel lontano 2004 a consigliare ai propri connazionali l'acquisto in provincia di Ragusa, evidenziando gli scenari idilliaci, il clima favoloso e, come potevano mancare, grande cibo e grandi vini. 
E' considerata la provincia "babba", in dialetto vuol dire non maliziosa, non cattiva, quindi la Sicilia senza mafia, dove oltre tutto si compra(va?) anche piuttosto bene.
Quindi, dopo la prima "contea" inglese in Italia, il famoso Chiantishire toscano, ecco che compare, al secondo posto nelle preferenze degli inglesi, la provincia di Ragusa. 

La storia comincia quando viene fondata la "Sunway srl", una società siciliana per la promozione, lo sviluppo, l'organizzazione e la gestione di beni e servizi legati alle attività turistiche locali, con l'idea semplice quanto geniale di recuperare le bellezze nascoste e decadute della Sicilia, rivoluzionando un turismo fino a ora rimasto ancorato ai tradizionali itinerari monumentali e ai soggiorni nelle zone costiere, per sviluppare invece lo straordinario retroterra dell' interno, il fascino di luoghi rimasti intatti, l' anima più genuina dell' isola.
La "Sunway" ha stilato una mappa di ruderi urbani e agricoli di provato valore architettonico, ha cominciato a restaurarli con i criteri e i materiali più moderni ma rispettando il carattere originale e il contesto ambientale, poi li ha messi in vendita.
La siciliana e "londinese" Raffaella D'Andrea, titolare della società, non si è sorpresa del successo dell'iniziativa, La Sicilia è una terra meravigliosa, in gran parte ancora poco conosciuta. Gli inglesi, e molti stranieri di altri paesi, sono affascinati dalla bellezza naturale, architettonica e artistica della Toscana, ma la nostra isola ne può vantare altrettanta, e in più ha il sole quasi tutto l' anno, un clima sempre mite, un mare incantevole. (Londra, è l' ora della 'Ragusashire')

A giudicare da quello che ha scritto Repubblica a luglio scorso, vedi il tweet di Carlo Ottaviano, il Ragusashire tiene bene ancora oggi.
Sembra paradossale che mentre gli italiani sono tra i primi acquirenti a Londra, gli inglesi abbiano puntato invece sul paesaggio ragusano e a parte tutti i motivi che potrebbero spiegare il fenomeno, la sensazione è sempre la solita, cioè che l'Italia, soprattutto nei suoi paesaggi agricoli, sia come da tradizione molto più apprezzata fuori dai propri confini.
Certamente l'offerta non manca, tra masserie, casali rustici e ville patrizie inseriti in un paesaggio, fino a ieri abbandonato e dimenticato, caratterizzato da distese di ulivi e carrubbi a pochi passi dal mare, con una luce abbagliante e un clima invidiabile. In fondo si tratta di valorizzare il territorio interno e il suo patrimonio architettonico, che grazie alla distanza anche se breve dal mare si è salvato dalla "cementificazione" sconsiderata degli ultimi vent'anni.

Ci sono poi numerosi centri di elevato interesse storico, urbanistico e architettonico, tra i quali spiccano Ragusa Ibla, Modica e Noto, già dal 2002 parte del patrimnonio Unesco.

Ragusa Ibla: San Giorgio, il centro, la cupola, i tetti e il territorio

Modica: San Pietro, la scalinata, i palazzi e i vicoli del centro storico
Recentemente poi persino le dotazioni infrastrutturali sembrano sorridere al territorio ragusano, servito dal porto turisticodi Marina di Ragusa e dall’aeroporto di Comiso.



english version

When several months ago I wrote the successful contemporary Sicily, I did not know about the existence of the phenomenon Ragusashire, the english term of Anglo-Saxon origin that the Val di Noto has earned thanks to its almost pristine landscape, which seems to have stopped 50 years ago.
I didn’t know it even when some time later I wrote grasso cannizzo e il riba, where I told about a small holiday house built near Noto. 

The Val di Noto in the south east of Sicily, earned the nickname of Ragusashire in 2005 thanks to a daily UK paper, who thought they spotted a trend of Brits buying in the province of Ragusa.   It’s a special place, dry stone wallsremind you of the Yorkshire Dales, the lush greenery and wild flower meadows in the spring are like England 50 years ago, and the deep gorges and arid mountain tops bring parts of Scotland to mind.  Villages and small towns, almost all built of stone in high Baroque style are not what you expect when you think of Sicily and the urban sprawl of Palermo and Catania.  Blessed with a most unEnglish climate, with 300 sunny days a year, Ragusashire has the best of Sicily, with miles of uncontaminated beaches, verdant countryside and art, history and the best, freshest food.  Here there’s everything - under the sun. (Ragusashire.co.uk)

It was The Daily Telegraph, on Real Estate Property insert in 2004 to advise their countrymen purchase in the province of Ragusa, highlighting the idyllic scenery, fantastic weather, and how could they miss, great food and great wines.
It’s considered the province "babba”, in the local dialect means not malicious, not bad, then Sicily without the mafia, where over everything you can (could?) buy also pretty good.
So, after the first "county" English in Italy, the famous Tuscan Chiantishire, here appearing the province of Ragusa in second place in the preferences of the British.


The story begins when was founded "Sunway srl", a Sicilian society for the promotion, development, organization and management of goods and services related to the local tourist activities, with the simple but clever idea of recovering the hidden and lapsed beauties of Sicily, revolutionizing a tourism until now remained anchored to the traditional monumental itineraries and stays in coastal areas, to develop instead the extraordinary background of inside, the charm of places remained intact, the most genuine soul of the island.The "Sunway" has compiled a map of urban and agricultural ruinsof tried architectural value, has began to restore them with the criteria and more modern materials but respecting the original character and the environment, then put them on sale. The Sicilian and Londoner Raffaella D'Andrea, owner of the company, is not surprised by their success, Sicily is a wonderfulland, much of it still poorly understood. The British, and many foreigners from other countries, are fascinated by the natural beauty, architectural and art of Tuscany, but our island can boast as much of it, and in addition has the sun almost all over the year, a mild climate, a sea lovely.(Londra, è l' ora della 'Ragusashire')
 

Judging from what Republica wrote last July, the Ragusashire holds up well even today.
It seems paradoxical that while Italians are among the first buyers in London, the British have focused instead on the landscape of ragusa countryside and apart from all the reasons that could explain the phenomenon, the feeling is always the same, that Italy, especially in his agricultural landscapes, as usual is much more appreciated outside its borders.
Of course the offer is not lacking, between farms, rustic farmhouses and patrician villas placed in a landscape, abandoned and forgotten until recently, characterized by olive trees and carobs a few steps from the sea, with a blinding light and an enviable climate. Basically it is to enhance the internal territory and its architectural heritage, thanks to the short distance from the sea, even if it is saved by the "overbuilding" reckless of the last twenty years.


There are also several areas of high historical, urban and architectural, among which Ragusa Ibla, Modicaand Noto, since 2002 part of the UNESCO heritage list.

Recently even then the infrastructural facilities seem to smile to the territory of Ragusa, served by the touristic port of Marina di Ragusa and by the airport of Comiso.

 


















el palmeral de las sorpresas

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Si chiama proprio così, letteralmente il palmeto delle sorprese, l'importante intervento di riqualificazione del porto di Malaga, per la precisione dell'area del molo 2, che dopo un lungo periodo di lavori iniziato nel 2002 è stato inaugurato nel 2011.
Veduta generale dell'intervento dal mare (da plataforma arquitectura)
Si tratta di uno dei segnali più evidenti del tentativo di migliorare la propria immagine per potersi inserire al meglio nei circuiti turistici internazionali ed è ovvio che per una città di mare il porto turistico rappresenta il primo e più importante biglietto da visita.
Non sorprende quindi il fatto che il complesso intervento di riqualificazione, partito dalla demolizione di tutte le strutture portuali esistenti, abbia puntato su un elemento architettonico, la pergola in cemento, forte e soprattutto fuori scala come lo sono le navi da crociera che vi si fermano per far sbarcare ondate di turisti innamorati del sole e dello stile di vita dell'Andalusia.

Il molo 2 prima e dopo (da junquera arquitectos)

Una lunga passeggiata sul mare, pavimentata e ombreggiata da una struttura a pergola in cemento, nuovo tratto del percorso pedonale che, partendo da Plaza de la Constitución e continuando por Calle Larios collega il cuore cittadino con il porto turistico e la zona commerciale del molo 1. Scandita da edifici in vetro minimalisti che accolgono strutture museali e turistiche, intervallati da giardini tematici geometrici con aree giochi e di sosta, ha anche un percorso speculare delimitato da filari di palme che dietro fa da limite all'intevento verso la città.

Sappiamo molto bene che l'architetto o meglio gli architetti sono, per quanto molto importanti, solo una parte del processo che porta alla realizzazione di interventi di questo tipo, ma è bello leggere all'ingresso della passeggiata il loro nome inciso su una lastra della pavimetazione.

Vedute generali dell'intevento


Il progetto, pur nella sua evidente ricchezza espressiva, ha puntato su un numero limitato di elementi e di forme che, anche attraverso un'attenta ricerca del dettaglio, lo hanno reso allo stesso tempo ordinato ma pieno di spazi da vivere. Infatti i cittadini e i turisti, grazie al clima mite della città, lo affollano quasi tutto l'anno a piedi, di corsa o in bicicletta, soli, in coppia o con i figli e, anche se è ancora "nuovo", pulito e ben tenuto, sembra sia lì da sempre
Credo che un architetto non potrebbe sperare di ricevere un complimento migliore.

Dettagli dell'intervento
Ma la voglia di Malaga, sesta città spagnola per popolazione e polo turistico di livello internazionale, di affrontare la contemporaneità, senza rinunciare alle proprie tradizioni, non si limita a questo, ma si estende all'offerta culturale -Teatro Romano, Museo Thyssen, Museo Picasso e Casa natale di Piacasso- alla rete dei trasporti pubblici  -nuova metropolitana e una rinnovata ed efficiente stazione ferroviaria con l'alta velocità- alla realizzazione di percorsi ciclabili e pedonali attrezzati sul lungomare e di ottimi servizi per le spiagge cittadine. 
Hanno rifatto i mercati coperti e sono talmente puliti e ordinati che sembrano delle boutiques.
Ristrutturano ampie porzioni del centro e intervengono sugli edifici senza troppa paura, salvando la facciata che puntellano e congelano e rifacendo tutto l'interno. Sembra facile no?

Anche il famoso architetto Rafael Moneo lavora da qualche anno su Malaga, non senza forti polemiche legate all'altezza (considerevole) del suo edificio, avendo ricevuto l'incarico per realizzare un nuovo albergo che comporterà anche la riqualificazione e il relativo ridisegno di una porzione del centro della città.

via del babuino

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La prima cosa da dire è; Via del Babuino è molto più bella così! 

Foto dal Corriere della Sera
Non ci possono essere dubbi, soprattutto vedendo le foto, per fortuna già parte del passato, di una strada piena di auto in sosta, in cui il marciapiede serviva solo, appunto, ad entrare nell’auto. Oggi invece si può passeggiarecomodamente sul marciapiede senza il senso unico alternato ed ammirare una strada bellissima e le sue case finalmente libere alla vista. Sembra proprio un’altra cosa. Direi che è quasi irriconoscibile. E’ stata restituita alla città. 

La "nuova" Via del Babuino

Forse non è così facile come potrebbe sembrare scrivere della rinnovata Via del Babuino, soprattutto se non si è interessati alla propaganda politica o alla difesa di qualche interesse particolare se non quello della città e dei cittadini, ma cercherò di farlo usando il mio stile e la mia testa, come faccio sempre e ho già fatto tempo fa con Piazza San Silvestro e l'Ara Pacis ad esempio, perché credo sia l’unica strada giusta.
Mi scuseranno i non romani della romano-centricità del blog, ma vivo qui e mi piace scrivere di quello che conosco e posso osservaredirettamente. In fondo può essere vista come una possibilità di “visitare” in qualche modo Roma anche quando non la si può raggiungere. Poi per fortuna mi capita anche di viaggiare e raccontare anche altri luoghi, paesaggi e città, come ho fatto con Madrid, le Langhe, Malaga e il Ragusashire.

La riqualificazione, valorizzazione e pedonalizzazione del tridente Mediceo, per usare le parole di Roma Capitale, comprende una serie di interventi che coinvolgono, oltre a Via del Babuino, Piazza di Spagna, la viabilità minore di Via del Corso e Via di Ripetta.

Inutile dire che il progetto di riqualificazione di Via del Babuino e del cosiddetto tridente mediceo ha scatenato moltissime polemiche e discussioni tra residenti, commercianti, amanti degli scooter, ciclisti, mariniani, alemanniani ecc…, ma come potrebbe essere altrimenti di fronte ad una novità tanto importante per chi vive e lavora lì, avvenuta per di più nella città capitale di uno Stato di inguaribili litigiosi

Via del Babuino prima dei lavori di riqualificazione
Bisogna aggiungere a questo punto, diciamo per dovere di cronaca, che il progetto si inserisce in una tendenza internazionale che mira a liberare le zone centrali delle città dalle auto e che si sta diffondendo già da molti anni in quasi tutte le città del mondo. 
Roma da questo punto di vista è rimasta piuttosto indietro, soprattutto perché i suoi abitanti, almeno la maggioranza, non vedono benefici in una trasformazione della loro città in questa direzione. 



Non capisco però perché si parli di pedonalizzazione; Via del Babuino non è stata pedonalizzata e lo dimostra con evidenza il fatto che sono stati realizzati dei marciapiedi in lastre di basalto sopraelevati rispetto alla quota della sede stradale, che in caso di pedonalizzazione reale non avrebbe ragione di esistere. 

Proprio a questo proposito mi chiedo come mai non siano state studiate altre soluzioni a mio avviso più adatte. La migliore e anche la più semplice, veloce ed economica sarebbe stata sicuramente quella di realizzare un’unica pavimentazione allo stesso livello, differenziando solo con un disegno a terra o con materiale di colore diverso o con arredi e verde, la fascia carrabile e quella pedonale

Dettagli dell'intervento di riqualificazione di Via del Babuino
Durante la piacevole passeggiata che ho fatto da Piazza di Spagna a Piazza del Popolo, ho visto passare un discreto numero di auto e purtroppo me ne sono accorto soprattutto a causa del notevole rumore, provocato sia dalla velocità eccessiva– in una strada che si definisce pedonale dovrebbe essere al massimo di 30km/h – che dalla finitura stradale. Il selciato, in gergo sanpietrino, su una strada carrabile - ripeto passavano varie auto tra residenti, taxi e autorizzati - è una scelta molto discutibile e rumorosa, e a Roma lo sappiamo bene.
Quando saremo pronti per una riqualificazione acustica della città?
Per ridurre la velocità e rendere meno pericolosi gli attraversamenti poi la cosa migliore forse sarebbe stata realizzarli sopraelevati, alla quota del marciapiede, come dossi per le auto, che avrebbero reso anche più semplice il superamento delle barriere architettoniche e ridotto il numero delle rampette.

architectural firms - people

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The 100 Largest Architecture Firms


85. Progetto CMR (Italy. 124. $10-19m)
Italian firms: Renzo Piano Building Workshop - Fuksas
Italian firms: Cino Zucchi - Mario Cucinella
International firms: Foster (UK) - Snoetta (Norway)
International firms: Gensler (USA) - SOM(USA)

International firms: Woods Bagot (Australia) - B+H (Canada)

el palmeral de las sorpresas

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Si chiama proprio così, letteralmente il palmeto delle sorprese, l'importante intervento di riqualificazione del porto di Malaga, per la precisione dell'area del molo 2, che dopo un lungo periodo di lavori iniziato nel 2002 è stato inaugurato nel 2011.



Si tratta di uno dei segnali più evidenti del tentativo di migliorare la propria immagine per potersi inserire al meglio nei circuiti turistici internazionali ed è ovvio che per una città di mare il porto turistico rappresenta il primo e più importante biglietto da visita.
Veduta generale dell'intervento dal mare (da plataforma arquitectura)
Non sorprende quindi il fatto che il complesso intervento di riqualificazione, partito dalla demolizione di tutte le strutture portuali esistenti, abbia puntato su un elemento architettonico, la pergola in cemento, forte e soprattutto fuori scala come lo sono le navi da crociera che vi si fermano per far sbarcare ondate di turisti innamorati del sole e dello stile di vita dell'Andalusia.


Una lunga passeggiata sul mare, pavimentata e ombreggiata da una struttura a pergola in cemento, nuovo tratto del percorso pedonale che, partendo da Plaza de la Constitución e continuando por Calle Larios collega il cuore cittadino con il porto turistico e la zona commerciale del molo 1. Scandita da edifici in vetro minimalisti che accolgono strutture museali e turistiche, intervallati da giardini tematici geometrici con aree giochi e di sosta, ha anche un percorso speculare delimitato da filari di palme che dietro fa da limite all'intervento verso la città.
Il molo 2 prima e dopo (da junquera arquitectos)

Sappiamo molto bene che l'architetto o meglio gli architetti sono, per quanto molto importanti, solo una parte del processo che porta alla realizzazione di interventi di questo tipo, ma è bello leggere all'ingresso della passeggiata il loro nome inciso su una lastra della pavimentazione.

Vedute generali dell'intevento

Il progetto, pur nella sua evidente ricchezza espressiva, ha puntato su un numero limitato di elementi e di forme che, anche attraverso un'attenta ricerca del dettaglio, lo hanno reso allo stesso tempo ordinato ma pieno di spazi da vivere. Infatti i cittadini e i turisti, grazie al clima mite della città, lo affollano quasi tutto l'anno a piedi, di corsa o in bicicletta, soli, in coppia o con i figli e, anche se è ancora "nuovo", pulito e ben tenuto, sembra sia lì da sempre
Credo che un architetto non potrebbe sperare di ricevere un complimento migliore.

Dettagli dell'intervento
Ma la voglia di Malaga, sesta città spagnola per popolazione e polo turistico di livello internazionale, di affrontare la contemporaneità, senza rinunciare alle proprie tradizioni, non si limita a questo, ma si estende all'offerta culturale -Teatro Romano, Museo Thyssen, Museo Picasso e Casa natale di Picasso- alla rete dei trasporti pubblici  -nuova metropolitana e una rinnovata ed efficiente stazione ferroviaria con l'alta velocità- alla realizzazione di percorsi ciclabili e pedonali attrezzati sul lungomare e di ottimi servizi per le spiagge cittadine. 
Hanno rifatto i mercati coperti e sono talmente puliti e ordinati che sembrano delle boutiques.
Ristrutturano ampie porzioni del centro e intervengono sugli edifici senza troppa paura, salvando la facciata che puntellano e congelano e rifacendo tutto l'interno. Sembra facile no?

Anche il famoso architetto Rafael Moneo lavora da qualche anno su Malaga, non senza forti polemiche legate all'altezza (considerevole) del suo edificio, avendo ricevuto l'incarico per realizzare un nuovo albergo che comporterà anche la riqualificazione e il relativo ridisegno di una porzione del centro della città.





It’s called just literally, the palm grove of the surprises, the major redevelopment of the port of Malaga, to be precise the area of the pier 2, which after a long period of work started in 2002, was inaugurated in 2011.

It isone of themost evident signsof an attempt toimprove its imagein order to enterthe bestinternational tourist circuitsand it is obviousthatfora seaside townmarinaisthe first and mostimportantcalling card.

Is therefore not surprisingthe factthat the complexredevelopment, started from thedemolitionof all theexistingport facilities, hasfocused onan architectural element, thepergolaconcrete, strong and above allout of scaleas arecruise shipsthatstop thereto disembarkwaves oftouristswho love the sunandthe lifestyleof Andalusia.

A long walk close to the sea, paved and shaded by a pergola structure in concrete, new section of the pedestrian path that, starting from Plaza de la Constitución and continuing on Calle Larios, connects the city center with the marina and the shopping area of the pier 1. Punctuated by minimalistglass buildings that house museums and tourist attractions, interspersed  by thematic gardens with geometric play areas, it also has a specular path bordered by rows of palm trees behind it to limit intervention to the city.

We know very wellthat the architectorbetter the architects are, though veryimportant, only a partof the process thatleads to the realizationof actions like that, but it is nice to readat the entrance of the walktheirname engravedon a slabofpavement.


The project, despite its apparentrichness of expression, has focusedon a limited numberof elements andformswhich, throughcareful researchofdetailhave made itat the same timeordered butfull ofliving spaces. In fact citizensand touriststhanksto the mild climateof the city crowd it almost year-roundwalking, running or cycling,alone, in pairsorwith their children and, although it is still"new",clean and wellheld, it seems has always been there.
I thinkthat an architectcould not hope togetabetter compliment.


But the desire ofMalaga,sixth largest city of Spain forpopulationandtourist poleof international level,to deal withthe contemporary,withoutabandoning itstraditions, is not limited to this,but extendsto cultural-TeatroRomano, Museo Thyssen,MuseumPicasso and Picasso's birthplace-to thepublic transport network-newsubwayand a renewedand efficienthigh-speed train station - to the construction ofbicycle and pedestrian pathsalong the seafront andcity's beacheswith excellent facilities.
They haveredonethecovered marketsand they are soclean and tidythat look likeboutiques.
They restructurelarge partsof the centerand interveneon buildingswithout too much fear, saving the facadethat underpinandfreeze andredoingthe whole interior. Sounds easy, right?



Even the famousarchitectRafaelMoneo has been working for several yearsonMalaga,notwithout strongcontroversy relatedto height (considerable) of itsbuilding, havingbeen commissioned tobuild a newhotel thatwill also result inthe redevelopmentandredesignof a portion ofthe city center.



   

accordia - cambridge

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english text below

Il complesso residenziale Accordia a Cambridge, premiato dal RIBA nel 2008, è un ottimo esempio di intervento edilizio di qualità, realizzato soprattutto grazie all'attenzione dimostrata per lo spazio pubblico e privato e per i materiali utilizzati.



Conosciamo più gente qui di quanta ne conoscessimo dopo 25 anni di vita nei sobborghi di Londra. Le persone parlano tra di loro e chiunque incontri ti rivolge la parola. (un residente)


L’intervento, a circa 2 km dal centro della città, è di un costruttoreprivato e comprende 378 alloggi misti tra case e appartamenti, dai 45 ai 350 mq, un terzo dei quali è a prezzi agevolati.

Feilden Clegg Bradley Studios si è occupato della redazione del masterplan, della progettazione architettonica e ha fatto da capogruppo.
Il loro obiettivoè stato quello di creare un ambiente urbano invitante - non solo delle abitazioni, aggiungo io! - in cui vi fosse un giusto equilibrio tra lo spazio pubblico e quello privato, prevedendo anche una certa varietà di tipi edilizi, dalla casa a schiera a quella a corte fino al condominio, in un complesso caratterizzato da uno stretto rapporto con il verde, garantito dall'attenta progettazione degli ampi giardini pubblici.




Gli stessi Feiden Clegg Bradley hanno deciso di coinvolgerenella progettazione architettonica altri progettisti, Maccreanor Lavington e Alison Brooks Architects, per garantire una giusta dose di varietà “stilistica” al complesso.
 
Single family houses - Maccreanor Lavington

Sky Villas - AlisonBrooks Architects


Grant Associates si sono occupati della progettazione del paesaggio, 3,5 ettari sui 9,6 dell'intero intervento, lavorando sull'idea fondamentale di vivere in un giardino. La sequenza di spazi diversi, chiaramente definiti e separati grazie all'utilizzo di muri, siepi e perimetri, ma sempre collegati attraverso una rete di percorsi pedonali, stimola i residenti a viverli.
Proprio grazie a questo lavoro il progetto si è anche aggiudicato nel 2013 il premio del Lanscape Institute come miglior intervento privato su larga scala.


Grant Associates
Sembrerebbe molto semplice concentrarsi soprattutto - come evidentemente si è fatto in questo caso - sui due aspetti più importanti, lo spazio e i materiali, ma evidentemente non lo è perchè noi architetti troppo spesso ci facciamo distrarre dalla "forma", gran parte delle volte fine a se stessa soprattutto se nasce dalla spasmodica ricerca dell'originalità.


La Giuria del premio Stirling ha sottolineato l'alto livello architettonico raggiunto in questo complesso residenziale ad alta densità, in cui si è lavorato molto sulle relazioni; tra i progettisti e i committenti/promotori nella ricerca della soluzione migliore, così come tra gli spazi pubblici, semi-pubblici e privati per creare un nuovo modello di abitare.


Si è considerato quindi l'intervento come un segno importante di cambiamento nella "cultura" immobiliare britannica verso una maggiore considerazione delle questioni abitative, superando la visione esclusivamente quantitativa di molti interventi precedenti e dimostrando l'importanza del masterplan come sintesi della collaborazioni tra gli attori e dell'attenzione alle diverse scale del progetto, dalla dimensione urbana e paesaggistica, a quella di dettaglio.


english version



The complex Accordia in Cambridge, awarded by the RIBA in 2008, is an excellent example of high-quality construction project, realized mainly thanks to the attentionshown to the public and private spaceand to the materials used.

We know more peoplehere than we did after 25 years living in the suburbs in London. People talk to each other and everybody you pass will say something.’ (Accordia resident) 

The intervention, about 2 kmfrom the city center, isof aprivate developerand includes378housingmixedincludinghouses and flats, rangingfrom 45 to350square meters, a third of whichisaffordable dwellings.
Feilden Clegg Bradley Studios was involved in the preparation of the master plan, architectural design and has been the team leader of all the other designers involved.

The goalwas tocreatean invitingurban environment-not onlyof housing, I might add! -in whichthere wasa balancebetweenpublic and privatespace, while also providinga variety ofbuilding types, from thehouse inthecourtyardto theapartment building, in a complexcharacterized bya close relationshipwith the green, guaranteedby careful designof the largepublic gardens.
FeidenCleggBradleyStudiosthemselves have decided toengagein architectural designother architectsMaccreanor Lavingtonand AlisonBrooks Architects, to ensurethe right amount ofvariety"style"to the complex.


Grant Associatesworked on thelandscape design, 3.5acreson9.6 of the entire project, aiming for the idea of livingin a garden. The sequenceof different spaces, clearly defined and separatedby the useof walls, fencesandperimeters, but alwaysconnectedthrough a network ofwalking trails,encouragesresidentsto live them.

Thanks to this work, the project was also awarded in 2013 by the prize of the Lanscape Institute as the best private intervention on a large scale.

It would seemvery simplefocusespecially-asapparentlyhas been done inthis case-on the twomost important aspects, spaceand materials, but obviouslyit is notbecausewe architectstoo often get sidetracked by the"form", most of the timean end in itself, especially ifborn from thefrantic searchof originality.
 
The Stirling Prize Jury emphasized the high level reached in this architectural complex of high density, in which a lot of work has been done on relations; between designers and contractors / promoters in search of the best solution, as well as between the public spaces, semi-public and private to create a new model of living.

The intervention wasconsidered asan important signof changein the real estateBritish"culture"towards  a greaterconsiderationofhousing issues, going beyond the visionexclusivelyquantitativeof manyprevious works anddemonstratingthe importanceof the master planas a synthesisof thecollaborationbetween the actorsand of the attentionto the different scalesof the project, from the urban and landscapeto thedetail dimension.

  

le albere - trento

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Ormai da più di un anno Trento, 39esimo comune italiano per popolazione con circa 117.000 abitanti, ha un nuovo quartiere progettato dallo studio di architettura più prestigiosod'Italia e sicuramente tra i più conosciuti al mondo, quello di Renzo Piano
Non ci sono dubbi sul fatto che si tratti di un progetto di qualità, sia negli spazi esterni saggiamente liberati dalle auto nascoste in due livelli interrati di parcheggio che in quelli interni di appartamenti, uffici e negozi in classe CasaClima B.

Vista aerea del quartiere nel luglio 2013 da lealbere.it


Molti articoli celebrativi sono stati giustamente scritti in occasione dell'inaugurazione del quartiere nel luglio del 2013, ma da quel momento non si è saputo più molto e mi è venuta la curiosità di capire come una piccola città possa reagire ad un intervento così importante, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Per Trento infatti la riqualificazione dell'area ex Michelin è senza dubbio l'intervento urbanistico contemporaneo più grande mai realizzato, che, oltre al quartiere misto residenziale e terziario, comprende anche un edificio polifunzionale pubblico e il Muse, Museo delle Scienze, che vanta già un notevole successo di pubblico.
Abbiamo deciso di portare avanti il progetto di Trento principalmente perché rientra nel filone della riqualificazione delle periferie, che ci interessa in modo particolare. È uno dei temi del domani… O riusciremo nei prossimi vent’annia capire che le periferie vanno riqualificate e riconnesse al tessuto urbano più vivo o dovremmo assistere al degrado generalizzato, alla fine delle città stesse. Naturalmente, parlo di periferie non in senso geografico, ma socio-geografico, affettivo… (Renzo Piano)

Il MUSE dal sito RPBW


L'articolo Nel quartiere fantasma dell’archistar pubblicato recentemente dall'architetto Alessandro Franceschini sulla rivista dell'Ordine degli Architetti di Trento mi ha aiutato a capire che, almeno fino ad oggi, il quartiere non è quel successo che in molti si sarebbero aspettati. 
In mancanza di dati ufficiali sul sito Le Albere riguardanti gli appartamenti ancora in vendita o in locazione, ci affidiamo a quelli pubblicati dal Trentino. Sembra che dei 304 appartamenti progettati solo 30 siano stati già venduti (meno del 10%) e che ben 125 (poco più del 40%) non siano ancora pronti per essere messi sul mercato. Leggendo questi numeri in effetti non si può dare troppo torto a chi parla di quartiere fantasma e sostiene giustamente che forse non è possibile dare la colpa solo alla crisi economica. Nel frattempo infatti dei 110 appartamenti nelle due torri del Bosco Verticale dello Studio Boeri inaugurate a Milano il mese scorso sembra che, alla faccia della crisi economica visto che costano 7.000-9.000€/mq, contro i 2700-4.800€/mq delle Albere, ne siano stati già venduti il 70%.
 
Trento da google maps (a sinistra Le Albere) - Planimetria da RPBW
Lo stesso Renzo Piano, architetto e uomo intelligente, forse sempre un po'"troppo"avanti rispetto agli altri nel cogliere il cambiamento dei tempi, non ha potuto nascondere, anche nel generale entusiasmo per il nuovo quartiere, il dubbio sulla sua riuscita. 
Un luogo nuovo ha nel suo essere nuovo già un handicap. Naturalmente lo charme del centrostorico è diverso. I nostri edifici non possono avere il fascino di quelli storici, ma tutto quello che oggi è classico una volta è stato moderno e ha avuto bisogno di tempo per acquistare la patina di affettività che spesso ci lega ai luoghi più cari. Personalmente confesso che adoro i centri storici, ma abiterei volentieri nel nuovo quartiere... 

Vedute del quartiere Le Albere da archinfo.it

Sembra e il quartiere Le Albere incontri grosse difficoltà ad essere vissuto e abitato, nonostante gli sforzi che i progettisti hanno fatto sulla diversificazione delle funzioni e sullo studio delle zone centrali di Trento, da cui sono state riprese le proporzioni e le dimensioni degli edifici, così come l'ampiezza e la lunghezza delle strade. Non si può dire insomma che lo studio RPBW abbia ignorato le regole del genius loci e la ricerca che ogni progettista deve necessariamente svolgere sui luoghi in cui interverrà. D'altra parte però è anche difficile, almeno da uno studio sommario del materiale fotografico, riscontrare con evidenza qualche tipo di legametra la città e il nuovo insediamento, che possa far pensare ad un abitante di Trento che passeggi nel nuovo quartiere di trovarsi nella sua città. 

Centro storico di Trento (foto google maps e trentinofilmcommission)

Franceschini nell'articolo citato in precedenza fa fondamentalmente tre riflessionidi natura urbanistica e culturale abbastanza sensate, che, pur dimostrando un certo campanilismo professionale, possono forse aiutare a capire meglio la situazione.
Il sitoscelto èuno dei luoghi meno ospitali della conca di Trento, collocato proprio sotto le pendici del Monte Bondone, dove il sole tramonta ben prima della fine naturale delle giornate e forse non a caso era stato adibito a zona produttiva.
L’architettura "griffata"in una città piccola come Trento, allergica ad ostentare il proprio stato sociale, non sembra avere quel mercato rappresentato da una classe media interessata a possedere un'abitazione di pregio firmatada un architetto di fama.
Il legamecon il territorio è mancato perché l’intero progetto è stato elaborato nello studio di Renzo Piano e nessun professionista locale è stato coinvolto nella progettazione
L'idea di Franceschini quindi è di trasformare «Le Albere» in un quartiere «cool». Un luogo di artisti e di pensatori. Di intellettuali e di studenti. E, probabilmente, di non-trentini

Dettagli del quartiere Le Albere da archinfo.it
Sarebbe comunque un peccato per tutti se un quartiere così evoluto, frutto di un ambizioso intervento di rigenerazione urbana di un'area industriale dismessa, costruito sulla qualità degli spazi e sull'utilizzo di materiali durevoli e naturali, con una grande attenzione per la sostenibilità e il rapporto con il paesaggio, in cui si è anche cercato di ricreare la pedonalità e i rapporti dimensionali del centro città, diventasse un insuccesso.

professione architetto

cenni di cambiamento

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Il complesso di Via Cennirealizzato da Polaris Investment Italia SGR a Milano e composto da 4 edifici di 9 piani per un totale di 123 appartamenti, su un piano interrato in cemento armato destinato ad autorimesse, servizi e locali tecnici che fa da zoccolo, è per dimensioni il più grande progetto residenziale realizzato in Europa con un sistema di strutture portanti in legno
 
Via Cenni: la corte interna - Fonte RossiProdi
In un incontro su Edilizia Sociale e Urbanistica di qualche mese fa alla Facoltà di Architettura di Roma a Via Flaminia l'architetto Francesco Karrer ha raccontato della necessità di un intervento normativo quando era Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per il via libera agli edifici di 9 piani con struttura portante in legno di Via Cenni.

Via Cenni: foto dell'intervento - Fonte RossiProdi

Il sistema costruttivo a pannelli portanti in legno a strati incrociati utilizzato ha permesso una riduzione del 50% dei tempi di esecuzione, del 5-10% dei costi di esecuzione ed è stato realizzato in soli 18 mesi. La struttura, gli accorgimenti ecologici e il sistema di riscaldamento-raffrescamento a pompe di calore con utilizzo dell’acqua di falda consentono un risparmio nei consumi energetici del 70-80%.  
I 5600 mq di pannelli in CLT, Cross Laminated Timber, sono stati prodotti dalla svedese-finlandese Stora Enso e forniti dall'austriaca MAK Building, distributore esclusivo sul territorio italiano. 
Si tratta di un materiale da costruzioneinnovativo; più leggero delcemento e della muratura, con ottime proprietà di isolamento acustico,di sicurezza antincendio e di resistenza antisismica.
Il legno proviene da foreste "coltivate" e rinnovabili austriache (peccato non siano italiane...). 
Anche in questo intervento, così come nel quartiere le Albere di Trento, il legnoè stato un materiale fondamentale nella realizzazione.


Via Cenni: il sistema costruttivo - Fonte RossiProdi
Tutti i 123 appartamenti, monolocali, bilocali, trilocali e quadrilocali con giardino o balcone abitabile, composti da una zona giorno, una cucina oppure un angolo cottura, da una a tre camere da letto , uno o due bagni, sono in classe ACENED. 

Il progetto architettonico di RossiProdi Associati di Firenze, vincitore con la società di ingegneria Tekne del Concorso Internazionale di Progettazione Una comunità per crescere Milano, Via Cenni indetto da Polaris nel 2009, nasce dal concetto di comunità e dalla sua applicazione ad un ambito monofunzionale, puntando principalmente sul valore dello spazio pubblico, la corte interna cuore dell'intervento, anche come polo di attrazione per il resto della comunità presente nel territorio circostante.
 
Via Cenni: planimetria dell'intervento - Fonte RossiProdi
Sono stati applicati i principi più diffusi negli eco-quartieri contemporanei, come i tetti verdi, la comunità responsabile, l'integrazione di funzioni, la centralità del verde e i materiali ecocompatibili.
L'elemento che caratterizza di più l'intervento è la "scala" degli spazi, dei percorsi e dei principali elementi architettonici, che contribuisce in maniera determinante a creare un ambiente a misura d'uomo in cui ci si muove a piedi, favorendo l'incontro e le relazioni di vicinato.

L'operazione commerciale si è rivolta soprattutto al mercato dell'affitto, anche se con modalità differenti; 40% degli alloggi ad affitto calmierato; 10% a canone sociale; 40% in affitto con patto di futuro acquisto. Il successodell'iniziativa è stato comunque evidente, visto che tutti gli appartamenti sono stati assegnati e occupati già il giorno precedente l'inaugurazione dalle famiglie che hanno superato la selezione indispensabile visto il numero di richieste pari a tre volte l'offerta.

case sul lungotevere flaminio

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Lo sapevo che alla fine lo avrei scritto un post morettiano, riferito a Nanni Moretti e alla sua splendida intuizione del giro in vespa per Roma ad osservare le case, perchè come dice giustamente lui, le città sono fatte di case

Il complesso ICP Flaminio II

Anche io amo girare per la mia città, non solo la mia naturalmente, a guardare le case, forse perchè sono un architetto, ma forse non solo per questo. 
Mi piace sempre di più farlo e credo che lo preferisco anche al cinema ormai. Un po' perchè il cinema nei tempi recenti mi sembra poco in forma, un po' perchè le case di Roma sono mediamente piuttosto interessanti, anzi ce ne sono molte proprio notevoli
Più che le case in se però in molti casi è lo spazio di vita che generano che mi attira di più, soprattutto i tipici cortili con gli alberi visibili dalla strada e il cielo spesso azzurro contribuisce non poco alla qualità della "fotografia" romana. 

Vedute dall'esterno di Villa Riccio

Ormai nella mia mente si è formata una specie di mappa della città con le zone che mi piacciono, anche se certamente non posso dire di conoscerle tutte. 
Ultimamente quelle realizzate nella prima epoca moderna che coincide con la prima metà del Novecento sono le mie preferite. 
Si tratta infatti di parti di città che oggi, con una capacità di analisi più libera e forte del passaggio del tempo, possono essere considerate a ragione tra le più belle
Fondamentali per la loro riuscita sono stati una serie di elementi come l'attenzione per lo spazio non costruito, grazie a un giusto equilibrio tra quello pubblico e quello privato, il gusto moderno in equilibrio tra la ricerca formale e una superstite vena classicista, tra la plasticità e il rigore, tra la funzionalità e il ricorso non esagerato alla decorazione. Abbiamo assistito nel primo '900 ad una rivoluzione morbida dell'urbanistica e dell'architettura, con la realizzazione di molti edifici, isolati e parti di città secondo un disegno che ha ripreso, modernizzandole, l'idea tradizionale di città con le strade e le piazze e l'architettura della tradizione con l'utilizzo di basamenti, modanature e cornici. Quella guidata dal famoso piano del 1909, ma non solo.
Area del quartiere Flaminio da google maps

Pensavo già da tempo di inaugurare un nuovo ciclo di articoli dedicati alle case di Roma e finalmente è giunto il momento di rompere il ghiaccio, cominciando dall'ultimo, cioè da quello che ad oggi è la mia ultima scoperta (pur essendoci passato davanti moltissime volte). 
Un bellissimo fronte sul Tevere realizzato intorno agli anni '20 (del 1900). 

Precisamente quel tratto di lungotevere Flaminio compreso tra Via Vespignani e Largo Antonio Sarti, che corrisponde a due complessi residenziali tra i più interessanti, l'ICP Flaminio II e Villa Riccio. Forse non è una caso che sia protagonista il quartiere flaminio, sicuramente in tempi recenti uno dei più vivaci sulla scena romana, che ospita uno dei complessi residenziali moderni più ambiziosi della città, il Villaggio Olimpico, ha visto nascere due degli edifici contemporanei più prestigiosi, il nuovo Auditorium e il Maxxi e nell'area delle ex caserme di Via Guido Reniè destinato (chissà quando...) ad una trasformazione urbana importante.
Quindi mi sono divertito a fotografarlo questo tratto di Lungotevere Flaminio partendo da sinistra, cioè da Via Vespignani, fermandomi ogni volta con la bicicletta in corrispondenza dei punti più significativi, in genere il centro dei pieni e dei vuoti, per avere queste sequenze di foto.










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